Se non ti arriva la notifica su Apple Watch

Da parecchi anni ho dato un taglio alle notifiche che mi arrivano sul telefono, la regola generale è che non me ne arriva nessuna, se voglio vedere cosa mi è arrivato, sblocco il telefono, vedo i pallini e paro le app per leggere. Odio le continue interruzioni alla mia vita per messaggi o altro.

Ovviamente ci sono delle eccezioni e alcune notifiche è necessario che mi arrivino, come i messaggi diretti a me, le notifiche della banca, l’antifurto e poche altre.

Per questo motivo, ogni volta che installo un’app sul telefono (iPhone), vado a disattivare tutte le notifiche, per attivarle solo se mi servono davvero.

Nel mio gioco di togliere le notifiche ho anche fatto in modo che il mio telefono non emetta mai suoni e tutto sia spostato sull’orologio che vibra soltanto (e vorrei che tutto il mondo facesse così, ma non sono il dittatore del mondo e non posso obbligare nessuno).

In ogni caso, per fare tutti questi giochi, a un certo punto, mi sono accorto che alcune app non mi mandavano la notifica su Apple Watch, il telefono vibrava, ma l’orologio niente, nessuna notifica scritta, nessuna vibrazione.

Per caso, installando l’ultima app per comunicare con altre persone, Keybase (no, non usatela, per il vostro benessere psicofisico), mi sono accorto che prima mi mandava le notifiche all’orologio, poi ho fatto un po’ di modifiche e le notifiche che mi servivano sono sparite.

Odio. Ma almeno sapevo dove avevo toccato. E ho scoperto l’arcano.

In iOS, almeno nella versione 13, per far sì che la notifica arrivi all’orologio, deve essere abilitato il banner, se questo non è abilitato, la notifica non arriva.
Se volete che l’orologio vibri anche all’arrivo della notifica allora si deve abilitare il suono.

Linux Day 2015 – I programmi da conoscere

Il Linux Day 2015 è appena passato (era sabato scorso, se ve lo siete perso, mi spiace per voi, ma ricordatevi il prossimo anno, è una giornata importante dedicata al software libero!); per il secondo anno consecutivo ho partecipato all’organizzazione dell’evento a Torino e ho tenuto un talk. A differenza dello scorso anno, quando ho parlato del mio progetto di videosorveglianza, quest’anno mi sono dedicato ai neofiti: il mio talk verteva su un elenco (non esaustivo) di programmi utili per iniziare ad essere operativi su Linux.

Queste le slides

A fine slides c’è il link per scaricare il disco di una macchina virtuale Linux che contiene quasi tutti i programmi presentati, per evitarvi anche il lavoro di doverli installare, attenzione che pesa 3.5GB.

Quando sarà disponibile (vi avviso, promesso), ci sarà anche la mia intervista fatta ai microfoni di ELECTO Radio

Sottolineo, come sempre, la mia idea sui sistemi operativi, ribadita a tutti coloro che me lo chiedono: io uso il sistema operativo che serve per le cose che devo fare, Linux, in questo caso, va bene, per molte cose, ma non per tutte.

Buona lettura e buon divertimento!

PS non sono attrezzato per la registrazione dei miei talk, quindi niente audio, mi dispiace…

TimeMachine

Se siete assidui (o sporadici) lettori di queste pagine digitali, dovreste già sapere che non sono un fan di questo o quel sistema operativo, uso indifferentemente Windows MacOS e Linux, a seconda delle mie necessità. Trovo punti di forza e punti a sfavore in ognuno di questi sistemi e mi regolo di conseguenza.

Mi sono trovato a dover fare un migrazione di un vecchio MacBook su uno nuovo e per la prima volta ho avuto a che fare con TimeMachine (il sistema di backup integrato sui dispositivi Apple) in modalità restore. E’ inutile che vi spieghi nel dettaglio come ho fatto, è di un semplicità devastante seguire la procedura guidata. In poche parole ecco i passi

  • Prima accensione PC
  • Scelto il restore da TimeMachine
  • Collegato il disco USB
  • Avviato il ripristino
  • Attesa per la copia dati
  • Inserita la password dell’account Apple
  • Aperto Mail e attesa l’importazione dei messaggi
  • Fine.

Tutte le impostazioni, tutte le applicazioni, la configurazione del desktop, gli account email e la struttura delle cartelle, le regole di posta, la dock, tutte le reti WiFi, tutto era esattamente come sul vecchio Mac. Ma proprio uguale! Con un massimo di 20 click.

Ho migrato PC Windows per anni in ufficio…

  • Attiva Windows
  • Aggiorna (almeno 3 reboot)
  • Accedi con l’utente
  • Installa a mano tutti i programmi (fonti dei setup, licenze, aggiornamenti, …)
  • Perdi il 70% delle impostazioni di ogni programma (o ti salvi, uno ad uno tutti i parametri, manualmente, se si può fare e se si sa dove prendere i parametri)
  • Copia a mano i dati dal backup
    • Documenti
    • Desktop
    • Preferiti di tutti i browser
    • Immagini e foto
  • Importa a mano la posta
  • Riconfigura tutti gli account di posta
  • Ricorda all’utente che “no, l’ordine delle icone sul desktop non viene mantenuto”
  • Scusati con l’utente che “no, quel piccolo programma che non mi avevi detto di avere in c:\programmi\nonusare non è stato spostato e quindi  perso”
  • Fine.
  • L’utente chiama per lamentare che mancano altri dati e programmi

Da questo punto di vista Apple vince, ma alla grande.

Questo articolo esiste al netto delle possibilità di backup di Windows che io non ho mai utilizzato in questa modalità, ho sempre usato sistemi di backup di terze parti, anche per l’immagine di sistema che non funziona mai se cambi l’hardware dove recuperare il sistema.

Se avete Windows, usate Veeam Endpoint backup

Il ritorno di Monkey Island, il primo!

alla folle cifra di € 9,00 ho comprato la versione ridisegnata di “The secret of Monkey Island”. Veramente carino, simpatico come sempre e ridisegnato in maniera eccellente.

Questo è uno screenshot

monkey

Al rientro dalle vacanze, sarà una tranquilla e divertente perdita di tempo rigiocarlo tutto!