Lavoro da dipendente (e pago le tasse) dal 1996.
Circa dal 2000 ho aperto anche la P. IVA, perché facevo dei lavoretti extra e non mi andava di farli al nero, ho sempre fatturato tutto, anche le decine di Euro. Anche quando i clienti mi dicevano “e dai, facciamo metà e metà”, non ho mai preso una banconota in nero. Consegno al commercialista anche la lista delle donazioni che arrivano per il podcast.
Lavorando la sera e nei fine settimana, ovviamente i fatturato della P.IVA è marginale, rispetto a quanto percepisco da dipendente.
L’Agenzia delle Entrate, ovviamente ha il mio CUD e il mio Mod. Unico che tutti gli anni mando tramite il commercialista. Ha anche una discreta somma in crediti che non rivedrò mai.
Quest’anno hanno deciso, per fa venire fuori il nero delle P.IVA, di fare il concordato: “con un calcolo, stimiamo quanto guadagnerai nei prossimi due anni, ti paghi le tasse su quelle stime, se guadagni di più buon per te, se guadagni di meno, pazienza va bene per lo Stato”.
Il mio concordato era qualcosa come 25.000€. Per lavorare qualche sera e qualche fine settimana ogni tanto su qualche sito o qualche NAS da sistemare. Assolutamente fuori di testa. Ho detto di no.
L’Agenzie delle Entrate mi ha mandato questa PEC:
Gentile contribuente,
ogni anno l’Agenzia, sulla base dei continui aggiornamenti delle informazioni che confluiscono nelle banche dati che costituiscono il proprio patrimonio informativo, individua casi anomali che, dopo ulteriori approfondimenti, sono selezionati per le attività di controllo.
In tale contesto è stato rilevato che la sua dichiarazione per l’anno 2023 indica un reddito derivante da attività d’impresa inferiore a quello dei dipendenti che lavorano nello stesso settore economico.
Questo aspetto, in assenza di giustificazioni oggettive, può essere considerato anomalo.
Al riguardo è utile ricordare che per rendere il reddito coerente con il valore minimo di settore:
– può ancora integrare i redditi dichiarati per il periodo d’imposta 2023;
– per gli anni d’imposta 2024 e 2025 può aderire, entro il prossimo 12 dicembre 2024, al Concordato preventivo biennale (CPB). In tal caso può anche avvalersi, entro il 31 marzo 2025, del ravvedimento per ciascuna delle annualità dal 2018 al 20222.
Cordiali saluti
IL DIRETTORE CENTRALE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Salvatore Cortese
Il testo è una palese minaccia: guadagno troppo poco, o integro con la verità (amico del sole, ho fatturato sempre tutto) o aderisco al concordato (amico del sole, di nuovo, se guardi come lavoro con la P.IVA vorrebbe dire che pago un multiplo di tasse rispetto a quanto guadagno).
E l’Agenzia delle Entrate tutti i dati per una verifica completa li ha.
Sto davvero pensando di chiudere tutto e di passare le serate davanti alla TV a bere Whisky, alla faccia della produttività che scende.
Ciao! Grazie per aver letto questo post!
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