Se è rotto vorrei renderlo

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Mi è successa una cosa spiacevole.

Ho avuto un problema con la macchinetta del caffè in ufficio (non abbiamo quella con la chiavetta/app/monetine, ma una con la quale ci facciamo il caffè da soli), la riparazione sarà lunga e avevo bisogno di un muletto. Sono stato autorizzato a prendere una di quelle a cialde e, visto che nel entro commerciale dove ho preso le cialde, c’è un noto negozio di casalinghi, sono entrato e ho chiesto se avessero una macchinetta economica di questo tipo. C’era, 70€, presa e portata in ufficio.

Si sa, al lavoro senza caffè è peggio del lavoro senza corrente, quindi, missione compiuta, tutti felici.

Dopo qualche giorno e qualche decina di caffè ci accorgiamo che sotto la macchinetta si fa un lago d’acqua. Controlliamo di aver messo bene il serbatoio, ma nulla cambia.

Torno al negozio e chiedo “la macchinetta ha qualcosa che non va, perde acqua, se ve la porto, me la cambiate, per favore?”.
La commessa, gentilmente “Guarda abbiamo solo l’ultima in esposizione, poi il marchio non ne ha fatte più, non ne ho neanche in magazzino”.
“Ok, allora lunedì te la porto”
“No, non posso tenertela da parte fino a lunedì, se qualcuno viene e la chiede devo venderla”
Quindi ho preso l’auto, sono andato in ufficio, ho smontato la macchinetta, pulita e l’ho portata in negozio.
La gentile commessa, diventata solerte, l’ha osservata tutta, guardandomi con quell’atteggiamento accusatorio di chi sta provando a fregarla, ha controllato lo scontrino e dopo un po’ di pantomima chiedo “allora, me la puoi cambiare come ci siamo detti un’ora fa?”
“Eh, no, guarda, devo provarla”
“Non è che fa il lago appena la accendi ci vanno dei giorni”
“Me la lasci, ti chiamo quando l’abbiamo provata e di diciamo come fare”
[rimuovo le mie esternazioni]

Sono andato via vistosamente arrabbiato, senza macchinetta del caffè.

Ho fato un tweet (si apre un sito con il testo, non del sito Twitter, così che si possa vedere anche per chi non ha l’utente):

Ha girato un po’, è uscito dalla bolla e sono arrivati i NO-salcazzo. Sì, perché nel mondo, se si amplia un po’ la bolla, si scopre che esistono i NO-qualsiasicosa.

In questo caso sono i NO-Amazon, che è brutta e cattiva, non paga le tasse, sfrutta i lavoratori, i produttori e un sacco di altra roba, potete vederle tutte nelle risposte, c’è anche qualche insulto e qualche risposta ai limiti del paranormale (io la domenica non vado a passeggiare per negozi e i diritti dei consumatori non sono comodità personali)

Ma se postate la foto del gatto sul tavolo o sul letto arrivano quelli che no, non è igienico. Se dite qualcosa a favore delle mutande nere, no, sono meglio quelle bianche per il pigmento, se invece parlate bene di quelle bianche, no, sono meglio quelle azzurre, per qualche altro strampalato motivo. C’è un NO per ogni cosa a questo mondo.

Le critiche ad Amazon ci stanno tutte, non è l’azienda più pulita del mondo e lo abbiamo visto in molti ambiti.

Ma, ditemi, avete mai parlato con un dipendente di una qualsiasi catena di vendita al dettaglio? Sapete quanto li pagano e come li trattano? Sapete in quanti lavorano in nero? (esempio di non molto tempo fa) Sapete che in moltissimi casi la pulizia del negozio e la preparazione pre/post apertura/chiusura non contano nelle ore lavorate? O che sono part time, ma gli orari sono fatti in modo che occupino la prima parte del mattino e l’ultima del pomeriggio, per impegnare apposta tutta la giornata? (Ho lavorato in GDO, ho visto cose, sia al dettaglio che nel centro di distribuzione). Non sono TUTTI così, per fortuna, ma i casi buoni sono molto rari.

In un mondo dove il più pulito ha la rogna, vado dal rognoso che almeno mi tratta bene.

Il diritto del commercio distingue gli acquisti online da quelli in negozio, perché, suppone che in negozio ci sia più possibilità di vedere e provare le cose prima di portarsele via.

Con il commercio online è sempre previsto il diritto al ripensamento, per qualsiasi motivo, entro pochi giorni. C’è chi lo disincentiva facendo pagare le spese di spedizione del reso, c’è chi non fa problemi, anzi è fin troppo permissivo e poi la gente ne approfitta (non credo sia colpa di Amazon, Zalando o altri se c’è gente che compra, usa 20gg e poi rende, sistematicamente). C’è chi controlla e gestisce il reso, c’è chi non lo fa e lo manda al macero, creando un sacco di immondizia che potrebbe essere evitata.

Al dettaglio questa cosa non è prevista, ma è previsto che se il bene acquistato è difettoso, lo posso riportare al venditore che deve trovare un modo per sistemare la cosa. Lo sostituisce, lo ripara, lo cambia con qualcosa di alternativo di pari o valore superiore o rende il denaro. Aggiungerei, facendo trasparire che tiene alla soddisfazione del cliente.

La macchinetta del caffè non ho potuto provarla, ovviamente, l’ho presa vista piaciuta come in una foto online. Come si fa per un sacco di altre cose. Avete mai potuto (voluto) provare in negozio delle cuffie in-ear per capire se vi stavano comode o se vi cadevano, ad esempio?

Ma sarebbe stato molto carino se il negoziante, al posto di dirmi “eh, stai senza fino a che non la testo” avesse provato a darmi qualche alternativa. Non l’ho resa perché il colore non si abbinava con la cucina, ma perché era rotta. E la guarnizione della vaschetta era visibilmente piegata non da un uso sbagliato di pochi giorni. È una fesseria, ma se ti dico che è dell’ufficio e rimaniamo senza, fai 1+1, pensa a te che nel retro non puoi accendere un fornello e che anche io non posso avere alternative. Proponimi di chiamare in un altro negozio se ne ha una di scorta, dimmi che hai una moka elettrica che non vendi più, fai finta di darmi una possibilità.

Altre grandi catene hanno adottato la policy del reso, anche per ripensamento, anche per gli acquisti in negozio. Quindi si può fare, non è una cosa che manda in fallimento un negozio. Kasanova nel 2022 ha fatturato 350 milioni, non è il negozietto a conduzione familiare, dove di sicuro, avrebbero saputo trattarmi meglio.

I negozianti campano se hanno clienti, se i tuoi clienti tratti bene tornano, se li tratti male no. Quando in ufficio avremo bisogno di comprare nuovi patti e bicchieri, andrò con la carta aziendale in quel negozio? Non credo.

Dove comprerò i prossimi piccoli elettrodomestici?

Un commento su “Se è rotto vorrei renderlo”

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